Spamming, una direttiva del Parlamento europeo per arginare un fenomeno in espansione
LUe prova a fermare le mail spazzatura
In media si ricevono 6 messaggi non richiesti al giorno: nel 2007 saranno 3.900 lanno
Il prezzo del successo della posta elettronica sta diventando troppo alto e
a pagarlo sono ormai tutti gli utenti di Internet: la possibilità di
comunicare con una gran quantità di persone a costi bassissimi, si sta
rivelando un boomerang. Possedere un indirizzo email, frequentare forum e newsgroup,
iscriversi a newsletter e servizi vari, significa entrare automaticamente a
far parte dellesercito delle vittime dello spamming, ovvero la diffusione
indiscriminata di messaggi commerciali per via telematica. Al ritmo di sei al
giorno per utente, sostiene Jupiter Research: il doppio rispetto al 2001 e pari
al 35% dei 115 miliardi di messaggi scambiati nel mondo in un anno. Catene di
SantAntonio telematiche, consigli per perdere peso, pubblicità
di casinò e giochi dazzardo. Entro il 2007, prevedono gli analisti,
il navigatore medio sarà bombardato da 3.900 messaggi-spazzatura lanno,
645 miliardi di comunicazioni non richieste e per lo più di ignota provenienza.
DANNO - La Commissione europea ha quantificato il danno: nel 2001, gli internauti
avrebbero speso dieci miliardi di euro in tempi di connessione Internet per
scaricare «junk-mail». Molte aziende, insomma, hanno scoperto la
convenienza di fare campagne pubblicitarie su Internet. A combattere il fenomeno,
fino a poco tempo fa erano solo associazioni come EuroCauce (European Coalition
against unsolicited commercial email), la Federal Trade Commission americana
(uce@ftc.gov), o la Registration Authority italiana, che allindirizzo
abuse@na.nic.it raccoglie le segnalazioni di violazioni. Senza però potere
dintervento.
Per garantire difese più sicure, stanno ora scendendo in campo istituzioni
e associazioni per la tutela dei consumatori. Le prime a caccia di trasparenza
e correttezza commerciale a suon di direttive e regolamenti. Le seconde, attraverso
decaloghi e consigli per rendere la vita dura agli spammer.
Un primo passo è stato compiuto dal Parlamento europeo che ha introdotto
un emendamento alla Direttiva sulla protezione della privacy nelle comunicazioni
elettroniche: i messaggi pubblicitari e promozionali potranno essere inviati
tramite posta elettronica, sms, o fax solo con il preventivo consenso del destinatario.
In Italia si avvia in questi giorni al debutto larticolo del provvedimento
del ministero delle Attività Produttive che attua la norma europea. Fra
laltro si potranno inviare spot online solo a chi non è iscritto
in un apposito registro antispamming, che sarà tenuto dal Garante della
privacy (www.garanteprivacy.it): liscrizione al registro sarà gratuita
e si potrà fare anche via Internet.
In Francia, lAcsel, Associazione per il commercio e i servizi online ha
redatto un Libro Bianco che rende conto del fenomeno della pubblicità
selvaggia. Che proviene, per più dell80% dei casi, dagli Stati
Uniti e quindi è difficilmente perseguibile dagli utenti del Vecchio
Continente. Il Libro Bianco contiene però anche delle proposte: si potrebbe,
dicono gli esperti dOltralpe, identificare mediante un marchio elettronico
i messaggi «corretti», quelli cioè in cui lidentità
del mittente e loggetto sono chiaramente indicati. Solo questi dovrebbero
essere inviati automaticamente, per gli altri il provider potrebbe far scattare
una sorta di filtro eliminabile a pagamento.
«Facciamogliela pagare», daltronde, è diventato lo
slogan che circola più frequentemente nei newsgroup in cui si parla di
spamming e di tecniche di resistenza, dopo la constatazione che i tentativi
di filtro più comuni, basati su parole ricorrenti che possono apparire
nellintestazione del messaggio non sono sufficienti. Secondo lUnione
consumatori la tutela delle caselle elettroniche deriverebbe già dal
decreto legislativo n.185/99, che stabilisce che limpiego del telefono
o della posta elettronica «richiede il consenso preventivo del consumatore»,
sotto pena di una sanzione di oltre 1.000 euro.
ABUSI -In ogni caso, è bene segnalare gli abusi ai provider: tutti dispongono
di appositi indirizzi, del tipo: abuse@nomedelprovider.it. I più seri,
in caso di lamentele circa luso scorretto dellaccount, provvederanno
a sospendere la connessione sotto accusa. Altro consiglio è navigare
fra i newsgroup più attivi: it.news.net-abuse, per esempio, o www.maxkava.com/forum,
dove si trovano gratuitamente consigli tecnici e legali. Quando si ricevono
messaggi indesiderati, poi, si può provare a usare lopzione «unsubscribe»
- «cancella», in italiano - per dichiarare che non si vuole più
ricevere messaggi, anche se non sempre funziona. Inutile invece rispondere al
messaggio cliccando sul tasto «reply»: quando è indicato,
il più delle volte lindirizzo è falso. E anche sconsigliato
rispondere agli inviti tipo: «Se non volete più ricevere da noi
questo messaggio rispondete a questo indirizzo ...»: avvisi spesso inseriti
per avere la conferma del fatto che il vostro indirizzo è corretto e
per creare liste da vendere ad altri spammers.
www.garanteprivacy.it
it.news.net-abuse
www.maxkava.com/forum
Antonella De Gregorio
Ultimo aggiornamento: 10/10/2002